Descrizione Progetto

MELA ROSA GENTILE

CENNI STORICI ED AREA DI DIFFUSIONE

La mela “Rosa gentile” o “Mantovana” o “Romana”, è tipo di mela che, fin dai tempi antichi è stata catalogata nel complesso di mele “Rose”, cioè compresa nella cultivar-popolazione della mela “Rosa”, perché i frutti sono molto simili tra loro. Questo tipo di mela Rosa (“Mantovana”) è stata citata da C. Bignami e P. Rosati nel volume “Agrumi, frutta e uve nella Firenze di Bartolomeo Bimbi Pittore Mediceo” ove sono stati raffigurati frutti insieme a quelli della “Mela Rosa marchigiana” e di altre, indicati provenienti da varie località, fra cui quella di Ascoli Piceno. Tra le cultivar note ai tempi dei Medici, si hanno quindi notizie certe anche della mela “Rosa”.
Ai tempi nostri Baldini e Sansavini, 1967, scrivono: “il nome di “Rosa” è attribuito a diverse cultivar “Rosa gentile”, “di Caldaro”, “Mantovana”, “Marchigiana” (nostrana o Pianella), “Romana”) e C. Bignami, P. Rosati, 1982: ” ….piante sparse sono presenti in Abruzzo, Marche e Romagna; in queste regioni in molti mercati si rinvengono limitati quantitativi di frutti di diverse “Rose””. Anche in tempi antichi quindi, più di quanto accade ai nostri tempi, esistevano sicuramente nomi che non indicavano una cultivar ben definita bensì cultivar – popolazioni con frutti molto simili tra loro. Questa situazione, cioè della coesistenza di un gruppo di cultivar con lo stesso nome, è esistita anche per la mela “Rosa”, la cui molteplicità di “tipi” era nota fin dai tempi passati. Nelle Marche la mela “Rosa gentile” è diffusa in tutto l’areale collinare pedemontano, ma anche nelle zone vallive e veniva apprezzata per le qualità estetiche del frutto (rosso arancio diffuso su fondo verde chiaro virante al giallo intenso) e per le qualità
organolettiche. E’ un albero meno rustico dell’albero del melo “Rosa”, perché presenta caratteri di maggior gentilezza che lo rende però più sensibile agli attacchi parassitari. E’ comunque molto adattabile, longevo e, purtroppo, entra in produzione con molto ritardo, se innestato su proprio piede. Questa ultima particolarità ne ha limitato la diffusione nelle vaste coltivazioni perché il mercato, fino ad oggi, ha richiesto una fruttificazione, la più rapida possibile, per evidenti ragioni commerciali. Tipica, in esemplari sparsi, anche negli orti e nei giardini, costituiva la variante tipologica della classica mela “Rosa” nel tradizionale frutteto famigliare.

Albero : medio vigore, dal portamento semi – espanso; fruttifica prevalentemente su lamburde e rami misti.

Foglia adulta : ellittica, di medie dimensioni, colore della pagina superiore verde scuro intenso, colore della pagina inferiore verde chiaro.

Infiorescenza : mazzetti fiorali.

Fiori : rosaceo, bianco rosato.

Impollinazione : incrociata (Abbondanza, Mela “Rosa”).

Frutto – Infruttescenza : medio, irregolare, di forma appiattita asimmetrica; cavità peduncolare mediamente profonda e stretta; cavità calicina poco profonda e larga; peduncolo molto corto, sottile; buccia liscia di medio spessore, di color verde chiaro soffuso di rosso arancio intenso; rugginosità assente.

Caratteri della polpa : polpa bianco traslucida, a tessitura fine; soda e croccante alla
raccolta, evolve nel tempo al farinoso; di sapore zuccherino-acidulo; in genere profumata.

Caratteri del succo : poco succosa; zuccherino-acidulo.

Endocarpo: torsolo medio

Fenologia : Germogliamento e fioritura in epoca medio e raccolta inizio autunno
(settembre)

Produttivita’ : l’albero di melo “Rosa gentile” fruttifica rapidamente se innestato su portainnesti clonali e produce costantemente ed abbondantemente ; presenta però una certa scalarità di maturazione ed una cascola preraccolta abbastanza elevata.

Suscettibilità o resistenza a fitopatie : l’albero di “Rosa gentile” così come i suoi frutti, presentano in genere una rusticità inferiore all’albero e ai frutti di mela “Rosa”, nei confronti della ticchiolatura e delle più comuni avversità biotiche.

CARATTERI PRODUTTIVI ED AGRONOMICI

Vocazionalità : E’ varietà idonea per ambienti di media e alta collina, vocati per produzioni tipiche e
mercati di nicchia. Negli ambienti vocati la qualità estetica e le qualità organolettiche, la
rusticità e la serbevolezza, ne vengono notevolmente esaltati.

Comportamento agronomico : E’ un albero dai caratteri gentili, molto adattabile, di buona longevità e, purtroppo, entra
in produzione con molto ritardo, se innestato su proprio piede.

Portainnesto, densità di impianto e forme di allevamento : L’MM 111, portainnesto clonale del melo, abbastanza vigoroso e rustico, che regge le normali siccità estive anche in assenza di irrigazione, è il portainnesto più idoneo per impianti di tipo specializzato e non, in ambienti collinari pedemontani. Idoneo per forme a vaso basso e a palmetta libera, per frutteti a bassa densità, autonomi, di pronta produttività e per conduzione in agricoltura biologica.
Il franco da seme presenta una certa variabilità ed un elevato vigore, ma anche una elevata autonomia: è quindi adatto per soluzioni a basse densità di piantagione e con ridotti apporti esterni, ma comporta una bassa redditività perché il melo su franco può attraversare una fase di alcuni anni di improduttività, tale da renderne non conveniente la coltivazione anche in biologico. Tuttavia si possono adottare specifiche tecniche di potatura volte a precocizzarne l’entrata in produzione. I portainnesti M9, M26 e M106 presentano un limitato vigore e sono idonei per impianti
specializzati, di tipo intensivo, per forme in parete, ma in presenza di irrigazione. Le densità d’impianto che possono essere adottate per la mela Rosa vanno dal 2.000 c/ha (4.00 x 1.25) per impianti di tipo intensivo, a 1.000-1.250 c/ha (4.00 x 2.50-2.00) per impianti specializzati e forma di allevamento a palmetta, a 500 c/ha (5.00 x 4.00) con piante su
franco e forme di allevamento a vaso libero.

Tecnica colturale : Per quanto riguarda la gestione del suolo, l’inerbimento è assai importante per tutti i risvolti che ha nei riguardi della difesa del suolo (soprattutto nei riguardi dell’erosione in condizioni di declività dei terreni) e nei riguardi della fertilità (sostanza organica e biodiversità della flora).

Conservazione e tipo di utilizzazione : La “Mela rosa gentile” è ottima da consumare fresca, cioè fin dal distacco dall’albero, ma presenta maggior difficoltà di conservazione rispetto ai frutti di mela “Rosa marchigiana”.
I frutti si presentano appetibili fin dalla raccolta perché la polpa è meno fibrosa e subito dotata di un buon livello di equilibrio zuccherino – acidulo. Anche i frutti presentano però maggior sensibilità alle malattie parassitarie e alle
fisiopatie da conservazione, per cui una buona e lunga conservazione in ambiente naturale può avvenire solo nei fruttai” particolarmente curati.
Meno diffusa della classica mela “Rosa marchigiana” , ma insieme a questa ha caratterizzato il paesaggio e la tradizione rurale dei Monti Sibillini e di altri areali collinari pedemontani marchigiani. La cultivar presenta ampie possibilità di valorizzazione, già in parte in atto, per il ritrovato interesse da parte dei consumatori legato alle particolari caratteristiche organolettiche ed alla naturalità del prodotto e, da parte dei produttori, soprattutto di determinati areali, per la possibilità di ottenimento di produzioni tipiche conseguite con metodi di coltivazione, rispettosi dell’ambiente e del consumatore.